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Lettera agli amici

Cari AMICI,

colgo l'occasione di questo tranquillo pomeriggio domenicale per inviarvi qualche nostra notizia.

Innanzitutto sono lieto del fatto che l'epidemia di coronavirus, dopo il periodo iniziale molto inquietante e doloroso, stia finalmente dando segni di un'evoluzione positiva per la nostra cara Italia in termini di diminuzione di contagi, di una diminuzione dei ricoveri in terapia intensiva, di un calo dei decessi e un aumento considerevole dei casi di guarigione.

Dopo questo periodo che ha comportato tanta paura, tanta sofferenza e tanti disagi per le misure severe di contenimento imposte per contrastare l'epidemia, la situazione lascia intravvedere segni positivi di speranza. Ne ringrazio il Signore.

Ho cercato di seguire giornalmente le notizie che riferivano l'evolvere della situazione ricordandovi tutti nella preghiera. E mi auguro di tutto cuore, che le sofferenze finora inferte da questo sciagurato virus, sia sul piano della salute, sia per la grave crisi economica che ha scatenato, cedano il passo a un periodo tanto atteso di positiva ripresa e di un rinnovato impegno sociale collettivo. Sarebbe l'omaggio più bello alla commovente testimonianza di solidarietà e di dedizione, spesso eroica, offerta da tanti medici, infermieri e responsabili in campo politico e sociale che si sono spesi per il bene degli altri, a volte fino al sacrificio della loro stessa vita.

Una testimonianza che è stata ammirata e apprezzata dal mondo intero.

E qui da noi in Congo, vi chiederete: "quale è la situazione che viviamo?"

Al di là delle previsioni catastrofiche avanzate anche da certi esperti di alto livello e giustificate dalla situazione del tutto precaria di questo Paese che, pur essendo ricchissimo di risorse di ogni genere, si trova a un livello di degrado economico-sociale e infrastrutturale particolarmente grave a causa di un lungo e persistente malgoverno dei suoi Dirigenti politici e della corruzione devastante e istituzionalizzata che lo caratterizza, la situazione non è, almeno per adesso, così allarmante come si prevedeva. I circa mille casi di contagio finora registrati si trovano in larghissima parte nella capitale Kinshasa, caotica megalopoli di oltre 10 milioni di abitanti, e soprattutto nei quartieri più benestanti dove sono presenti le ambasciate e i ceti più ricchi della popolazione tra i quali c'è stato il più alto numero di decessi.

Nelle 26 Province in cui è diviso questo immenso Paese il virus è presente in sole 7 Provincie e con un numero di casi molto limitato. Le altre sono ancora indenni.

Nella nostra provincia del Sud-Kivu che ha come capoluogo Bukavu, erano stati registrati quattro casi che sono stati dichiarati tutti guariti.

Grazie alle misure tempestive prese dalle autorità per interdire viaggi e spostamenti tra le varie Provincie, soprattutto da Kinshasa focolaio del contagio, e l'introduzione di alcune misure igieniche essenziali, come il lavaggio delle mani e la sospensione delle attività scolastiche, dei culti religiosi pubblici e dei grandi assembramenti di persone, il contagio sembra non aver attecchito in modo virulento come altrove.

Un mese fa, come unica misura di "confinamento possibile" a livello di questo Paese dove la povertà è molto diffusa, le autorità lo hanno decretato solo per gli ultra sessantenni. Un confinamento generale, come quello decretato nei Paesi occidentali, avrebbe suscitato molto probabilmente turbolenze sociali in quanto avrebbe condannato gran parte della popolazione povera a morire di fame. Quando questa misura che riguardava anche noi, Missionari espatriati, quasi tutti anziani, è stata decretata, io ho deciso senza la minima esitazione di trasferirmi, col consenso benevolo del nostro Superiore, dalla Casa Regionale dove finora risiedevo, nel Centro Tupendane, la Casa di Assistenza per bambini vulnerabili (attualmente 45!) creata 13 anni fa' nella Parrocchia di Kadutu. Da più di 20 a Kadutu mi dedicavo all'assistenza nutrizionale e sanitaria gratuita di migliaia di bambini denutriti che, date le condizioni di diffusa povertà, affluivano a centinaia con picchi di oltre mille bambini durante i momenti più cruciali delle guerre che hanno martoriato questa Regione.

Sentivo chiaramente che questo era il mio posto, quello che mi avrebbe consentito, sia pure con le limitazioni imposte dall'emergenza sanitaria, di continuare ad aiutare tanti bambini e tante famiglie indigenti.

E non mi sono sbagliato. Anzi, devo dire, che per la grazia del Signore, sto vivendo, a 77 anni, forse la più bella esperienza della mia ormai lunga vita missionaria.

Stando qui in mezzo a questi simpaticissimi bambini, tutti segnati da grandi sofferenze, e con queste meravigliose mamme che dedicano loro tutte le cure necessarie, la mia attività, pur preservando tutta la mia necessaria "privacy", è rimasta viva e anche debordante.

Questo "confinamento" obbligato mi ha aperto tante opportunità provvidenziali per incentivare alcune attività di auto-finanziamento che avevamo già in programma.

Ne cito alcune:

1. la creazione di un "ristorante" attiguo alla nostra casa che, per il momento, è ancora bloccato dalle misure restrittive ancora in auge.

Ristorante Tupendane

2. l'allestimento di un "Forno artigianale per la produzione di pane" con annessa panetteria che funziona alla grande.

Forno Produzione pane Panetteria

3. la creazione, dopo la chiusura della scuola di taglio e cucito per le mamme a Cimpunda, di un "laboratorio di sartoria" qui nel nostro Centro Tupendane che consenta alle mamme sarte di poter continuare a lavorare per mantenere le loro famiglie.

Laboratorio sartoria Tupendane

4. Oltre questo, grazie alla preziosa collaborazione di un amico congolese, tecnico esperto di computer e strumenti audiovisivi rimasto senza lavoro, ho potuto dare inizio a una attività che da più di 20 mi stava a cuore, ma non avevo mai avuto il tempo di attuare: quella di trasferire in "digitale" su un disco di grande capienza, tramite computer, tutte le riprese filmate contenute in centinaia di video-cassette che documentano gli avvenimenti storici di Bukavu e le attività sociali svolte in questi ultimi 20 anni in questa parte martoriata del Congo.

Un patrimonio di documentazione unico ed eccezionale che desidero lasciare sia all'Archidiocesi di Bukavu, sia all'archivio dei Saveriani in Congo, sia alle Associazioni che ci hanno sempre accompagnato col loro sostegno solidale.

5. E siccome ho dovuto procurarmi un allacciamento Internet per il nostro Centro, mi è anche venuta l'idea di creare, sempre con la collaborazione di quell'amico congolese molto competente in materia, un piccolo ciber-caffé che, oltre ad essere un prezioso aiuto per la sua famiglia, costituirà anche un altro piccolo cespite di guadagno per il Centro Tupendane.

E pensare che due anni fa', dopo il mio 50° anniversario di vita sacerdotale, avevo scritto che probabilmente, una volta portati a termine i lavori di ampliamento di questo Centro Tupendane, questo sarebbe stato il mio ultimo lavoro!

Mi accorgo sempre di più, nella misura in cui invecchio, che Dio è veramente grande e inesauribile nelle sue opere.

Vorrei aggiungere a questa ormai lunga lettera un'ultima considerazione che mi sembra particolarmente importante. Ritornando alle prospettive allarmiste suscitate dal pericolo della pandemia, senza volermi atteggiare in una posizione di ottimismo ad oltranza né voler condividere il pessimismo di certi esperti in materia, voglio esprimere solo quello che sento dentro di me.

Sento e spero di non sbagliarmi, non tanto per ingenuità ma per la fiducia mi ispira la mia pur debole fede, che noi, qui nel nostro Centro Tupendane con tutti questi bambini, col personale impegnato al loro servizio e i tanti bambini malnutriti e poveri che vengono per assistenza e cure, siamo rispetto all'epidemia , per così dire, in "una botte di ferro", vale a dire "protetti dall'Alto". E questo per il semplice motivo che ogni sera alle 18.30, riuniti nella sala del refettorio, recitiamo tutti assieme con intenso fervore, animati dalla impareggiabile guida di mamma MERIDA, il santo Rosario, seguito da una copiosa aspersione di acqua benedetta.

Per più di mezzora tutte quelle Ave Marie e altre preghiere recitate in coro da tutti quei bambini con una fede così semplice e intensa credo abbiano una forza straordinaria più efficace di qualsiasi vaccino!

Recita serale del santo Rosario

Detto questo, assicurandovi che in questo momento di preghiera siete anche tutti voi presenti nella nostra memoria, vi saluto a nome di tutti i nostri cari bambini e vi auguro ogni bene.

P. Giovanni Querzani

Bukavu (R,D.Congo)

10/05/2020